Rituali antichi per la notte di S.Giovanni 24 giugno

L’uovo di S. Giovanni

Tra le altre particolarità, questa notte ( la notte tra il 23 e il 24 giugno) potrete sperimentare questa arte divinatoria, antica e ancora (fortunatamente) attuale

Per la preparazione di questo tipo
di divinazione del futuro,
occorre una bottiglia di vetro
trasparente, un imbuto,
un uovo e acqua (dovrebbe essere presa in 7 fonti differenti, ma sorvoliamo)

SI PROCEDE IN QUESTO MODO:

La bottiglia deve essere privata
dell’etichetta e lavata per bene,
in modo che non restino residui ne
di carta ne del liquido che
originariamente essa conteneva.

Procuriamoci un uovo.
(Meglio sarebbe se fosse fresco)

Il 23 sera iniziamo il vero e proprio
procedimento…

Riempiamo la bottiglia per tre quarti d’acqua,
fatto questo inserite l’imbuto nel collo
della bottiglia e spaccate il vostro uovo
facendo scivolare solo
l’albume nella bottiglia.

A questo punto prendete la vostra
bottiglia e molto lentamente appoggiatela
sul balcone o su una finestra di casa
vostra ed esponetela per tutta
la notte alla luce della luna.

Il mattino seguente (molto presto possibilmente)
andate a vedere
le forme che l’uovo avrà generato
nella bottiglia e traetene
le vostre interpretazioni.

esempio: se l’albume ha preso sembianze di barca, meglio se con le vele spiegate, sarà un anno buono o ci sarà un viaggio;
oppure, tante bollicine potrebbero significare tanto denaro…
vederci un serpente, malelingue… etc. etc.
a vostra liberissima interpretazione

 

 

Altra bellissima usanza per divinare in questa notte, è quella del piombo fuso; molto simile alla divinazione dell’uovo, ma più immediata!
Si prende un pezzetto di piombo (vanno pene anche i piombini da pesca) e lo si mette in un cucchiaio o un pentolino (che poi si butta perchè il piombo è tossico) a contatto con la fiamma di una candela.
Dopo pochi minuti, il piombo inizia a liquefarsi…

A questo punto, si prende il piombo e lo si versa in un recipiente pieno d’acqua
(non spaventatevi, perchè il piombo, al contatto con l’acqua fa un piccolo botto)
Comunque, alla fine dell’opera, il piombo prenderà delle forme tali dalle quali trarre la vostra personalissima interpretazione!

 

La guazza di San Giovanni:
E’ usanza ancora oggi diffusa quella di raccogliere alla mezzanotte del 24 (questa notte ) fiori ed erbe da tenere a bagno, fuori di casa, durante la notte di S.Giovanni.
La mattina seguente poi la stessa acqua viene utilizzata per lavarsi. Si dice che questa operazione procuri giovamento in particolare alla pelle, ma che sia anche una protezione contro le malattie in generale.

“La guazza (= rugiada) di Santo Gioanno fa guarì da ogni malanno”

Tra i fiori utilizzati nella zona spicca il giallo della ginestra, non dovrebbe però mancare l’iperico detto anche erba di S.Giovanni.
I nonni della nostra terra raccomandavano comunque di mettere più piante aromatiche possibile: protano, timo, rosmarino, salvia, basilico, maggiorana, noce, lavanda, rosa, alloro, finocchio selvatico, scotano, fiore di tiglio, caprifoglio…

La tradizione dell’acqua di S.Giovanni si ha in varie regioni italiane. Da luogo a luogo cambia la protezione e il beneficio che questa si dice apporti e la composizione di erbe necessaria.
Le erbe e i fiori necessari sarebbero: lavanda, iperico, mentuccia, ruta e rosmarino.
Andando ancora più a ritroso nel tempo l’origine di questa usanza si ha quasi certamente nei riti pagani che si svolgevano durante il solstizio d’estate. Nella notte del 24 Giugno infatti, gli elementi della natura (aria, acqua, fuoco e terra) si caricano di particolari poteri. (sono più potenti grazie alla massima esposizione alle ore solari)
Le erbe (in particolare se bagnate dalla riugiada notturna) erano ritenute in grado di guarire i malanni e di scacciare ogni negatività o malocchio: in qualche luogo d’Italia era consuetudine, per chi si trovava per strada dopo il calare del sole, di portare sotto la camicia un mazzo di erbe di S.Giovanni. Nel nord europa, se una donna desiderava molti figli, bei capelli e buona salute in questa notte si diceva dovesse stendersi nuda nell’erba bagnata.